Il 70%
degli italiani sono clienti abituali di bar e pub e l'82% frequenta, più
o meno assiduamente, ristoranti, trattorie e pizzerie.
E' questo il quadro di una popolazione "godereccia" amante della
compagnia, della buona cucina e della buona musica che emerge
dall'indagine condotta dalla Demoskopea, per conto della
Fiepet-Confesercenti, su un campione di italiani di età compresa tra i 14
ed i 79 anni, rappresentativo di 47,4 milioni di adulti.
Cambia l'intensità della frequenza dei pubblici esercizi da parte della
clientela in funzione della tipologia (bar, pub, ristorante o pizzeria) e
della fascia oraria (colazione, pranzo o cena), ma ad accomunare i gusti,
le abitudini e le scelte degli italiani in fatto di pubblici esercizi sono
soprattutto l'ambiente piacevole (importante per l'83% del campione), la
gentilezza del personale (82%), la sua competenza (76%), la qualità dei
prodotti (78%), l'accessibilità dei prezzi (68%) ed il tipo di clientela
(il 64% preferisce un ambiente amichevole, il 61% una clientela 'seria',
il 53% un pubblico giovane, il 41% persone con le stesse passioni ed
interessi, il 2% una clientela di soli uomini).
Ai diversi gusti ed esigenze della clientela devono dunque dare una
risposta variegata i circa 247 mila pubblici esercizi italiani (oltre 140
mila dei quali bar e circa 94 mila ristoranti) che occupano poco meno di
un milione di addetti e muovono ogni anno un giro d'affari di 45,5
miliardi di euro.
"Un dato che negli ultimi cinque anni ha registrato un incremento -
ha sottolineato il presidente della Confesercenti, Marco Venturi - non
soltanto per la voglia di uscire e di passare qualche ora in compagnia
assaporando una buona cucina, ma anche per alcune trasformazioni sociali e
della qualità del lavoro. Una grossa spinta a questo settore è stata
infatti data dallo sviluppo dei buoni pasto divenuti, ormai da diversi
anni, il sistema più semplice e diffuso per usufruire di un servizio di
ristorazione alternativo alla mensa aziendale, ed anche la soluzione più
economica, consentendo a chi lo utilizza di scegliere liberamente il
locale in cui pranzare ed il tipo di pasto da consumare".
Attualmente sono circa un milione e mezzo gli italiani che ogni giorno
pranzano utilizzando un buono pasto, per un giro d'affari che si aggira
ogni anno intorno ad un milione 962 mila Euro, ai quali si devono
aggiungere i circa 206 mila Euro dei 'ticket' dei lavoratori statali.
"Si tratta di un fenomeno diffuso in passato soprattutto nelle grandi
città, ma ormai in vigore anche nelle cittadine di provincia. Un
servizio, dunque, sempre più all'avanguardia - ha concluso Venturi - come
dimostra la smart card di prossima emanazione: un buono pasto elettronico
ricaricabile, innovativo ed oggi ancora più utile con l'entrata in vigore
dell'euro, in grado di utilizzare una rete POS multiuso presso gli
esercenti di negozi alimentari, punti di ristoro e di servizi".
Roma, 3
maggio 2002
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