STOP AI BUONI PASTO
SENZA UNA NUOVA DISCIPLINA DEL MERCATO GLI ESERCENTI PUNTANO I PIEDI DI
FRONTE ALLE COMMISSIONI IMPOSTE DALLE SOCIETA' EMETTITRICI PASSATE DAL 5
AL 10%
28/01/2004
- 13:00 - TG 2 (RaiDue)
Economia. Politica. Ristoratori Confesercenti minacciano rifiuto
buoni pasto. Chiesto intervento governo. Int. Anigoni (pres. naz.
Fiepet Confesercenti)
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28/01/2004
- 19:00 - Tg3 (RaiTre)
Commercio. Protesta gestori Confesercenti:
non accetteranno più buoni pasto a causa commissioni troppo alte.
Int. A.Anigoni (FIPET Confesercenti).
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27/01/2004
- 07:35 - CANALE TRE
Questione di soldi (Radio 1)
Commercio. Ticket restaurant:
troppo care le commissioni
a carico degli esercenti.
Int. T.Galli ( Confesercenti).
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STOP AI TICKET
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da sinistra: Renzo Grassi, Presidente Fiesa e Ermes Anigoni,
Presidente Fiepet
Stop ai ticket dal
prossimo aprile in tutti i pubblici esercizi e gli alimentaristi aderenti
alla Confesercenti. O in alternativa listini differenziati per chi paga
con buoni pasto.
Gli esercenti dichiarano guerra alle società emettitrici di buoni pasto
che per aggiudicarsi l'ultima gara indetta dalla Consip hanno presentato
offerte con percentuali di ribasso fino al 16-17% ricaricate però, una
volta avuto l'appalto, sulle commissioni applicate agli esercenti passate
dal 5% medio al 9% con punte del 10%. "Si tratta di un aggravio che i
pubblici esercizi e gli alimentaristi non sono in grado di sostenere - ha
spiegato il presidente della Fiepet-Confesercenti,
Ermes Anigoni, nel corso di un incontro con la stampa - se non ritoccando
verso l'alto i prezzi o inserendo listini differenziati per la clientela
che usa buoni pasto. Una misura che non vogliamo prendere per non
penalizzare i consumatori e per non dare ulteriormente adito alla campagna
denigratoria nei confronti dei commercianti, accusati di essere i
principali responsabili dell'aumento dei prezzi. Per questo abbiamo messo
a punto una proposta di legge per disciplinare in maniera corretta e
sostenibile l'uso dei buoni pasto in grado di rispettare gli interessi
delle società emettitrici, tutelando però le esigenze degli esercenti e
prima ancora dei consumatori".
Quello dei buoni pasto è un mercato in forte crescita: quasi 5 milioni di
persone pranzano fuori casa ogni anno, consumando oltre 925 milioni di
pasti, e la tendenza è di un incremento del 2-3% annuo. La stragrande
maggioranza di queste consumazioni viene effettuata in bar, ristoranti,
pub, pizzerie e fast food: 350 milioni di buoni annui per un giro d'affari
di 2 miliardi di euro spesi da circa un milione e 850 mila persone, il 50%
in più rispetto a tre anni fa. Il 40% delle persone che pranzano fuori
casa utilizza buoni pasto.
"Dal prossimo aprile i nostri associati non accetteranno più ticket
- spiega Anigoni - a meno che il Governo non intervenga, cosa che abbiamo
chiesto già un anno fa ai ministri Marzano e Tremonti senza avere
risposte, si riapra il confronto con le società emettitrici e si
stabiliscano nuove regole per disciplinare questo mercato. La nostra vuole
essere soprattutto una provocazione, un modo per riavviare il dibattito e
lo abbiamo voluto spiegare con chiarezza anche ai clienti, chiedendo loro
anzi di collaborare facendosi portatori di questa vertenza presso gli enti
e le società per le quali lavorano"
"Le normali regole di mercato - ha sottolineato il presidente della Fiesa,
Renzo Grassi - per non ripercuotersi in modo traumatico sul consumatore
finale hanno bisogno di una regolamentazione equa che solo il legislatore
puo' introdurre. Intanto - ha aggiunto - registriamo con favore l'adesione
alla nostra iniziativa legislativa da parte di due arlamentari di
schieramenti opposti, il Ds Carlo Carli, e Gianantonio Arnoldi di Forza
Italia". Questi ultimi, intervenendo alla conferenza stampa, hanno
assicurato l'impegno del Parlamento a riaffrontare l'annosa questione dei
buoni pasto. Arnoldi, in particolare, ha sottolineato la necessita' di un
forte ridimensionamento della Consip.
Roma, 28 gennaio 2004
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